Dal Parlamento ad associazioni e università, un fronte unico contro cyberbullismo (il bullismo in rete) e sexting (la pubblicazione di materiale sessualmente esplicito). Dagli attori coinvolti, è nato De.ci.di – Definirsi cittadini digitali, un gruppo di lavoro permanente composto dal centro studi Cermit dell’Università Cattolica, insieme alle cooperative sociali Pepita onlus e Industria Scenica, con l’associazione Contorno Viola. “L’obiettivo – si legge nella presentazione di De.ci.di – è duplice: da una parte studiare i comportamenti non conformi agiti da minori nell’ambito e attraverso i media digitali e dall’altra proporre percorsi concreti ed efficaci di educazione preventiva con metodologie integrate”.

Il Cremit (Centro di Ricerca sull’Educazione ai Media all’Informazione e alla Tecnologia) dell’Università Cattolica di Milano e Pepita Onlus hanno coinvolto in tutto 1800 ragazzi e ragazze tra i 14 e i 18 anni per studiare i due fenomeni. Il Cremit per il progetto di ricerca Image.ME, ha somministrato questionari in 20 scuole superiori tra licei, istituti tecnici e professionali della provincia di Monza evidenziando che il 20% posta messaggi a contenuto sessuale per divertimento, il 12,6% per “fare colpo”, l’11,6% per “essere popolare” e solo l’8,7% per “prendere in giro qualcuno”.?Pepita Onlus ha organizzato focus group in diverse città d’Italia rilevando tra le motivazioni principali: “per ricevere attenzione” con un 25% nelle ragazze contro un 15% nei ragazzi, “per ricevere commenti positivi” con un 23% nei ragazzi e un 19% nelle ragazze. Sulle 778 interviste a ragazzi e ragazze tra gli 11 e i 18 anni è che in un caso su 4 hanno già provato almeno una volta il sexting.

De.ci.di propone poi alle scuole otto diversi possibili percorsi di prevenzione dal fenomeno. Il primo è “Ciascuno a suo modo”, un progetto che mira all’educazione tra pari. Dedicati ai ragazzi ci sono poi il laboratorio di video sull’argomento “6 personaggi in cerca d’autore”, gli incontri formativi sull’etica nei media di “L’uomo, la bestia, la virtù” e “Come tu mi vuoi”, un laboratorio che lavora sul tema dell’identità. Per i formatori e insegnati si propone ancora un corso peer to peer, “Ma non è una cosa seria”, e per i genitori i due laboratori “La favola del figlio cambiato” e “Non si sa come”. Ultimo intervento previsto nel pacchetto De.ci.di lo spettacolo teatrale Webulli.
Di seguito il link per visualizzare la presentazione delle ricerche a cura di Simona Ferrari (Cremit) e Ivano Zoppi (Pepita) :

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