Birds of Passage

 

 

 

 

 

 

 

Regia: Oliver Ringer

Genere: Drammatico

Tipologia: Disabilità

Interpreti: Clarisse Djuroski, Léa Warny, Alain Eloy, Myriem Akkhediou, Angelo Dello Spedale

Origine: Francia, Belgio

Anno: 2015

 

 

Trama: Storia struggente dell’amicizia tra Cathy e la sua amica Margaux, costretta su una sedia a rotelle. le due bambine assieme affronteranno una rischiosa avventura per salvare la vita di una piccola anatra.

Recensione: Non si hanno 10 anni tutti i giorni. Per il suo compleanno, Cathy riceve dal suo bizzarro padre un regalo un po’ speciale: un uovo di cane fecondato. Suo padre la avverte : il cucciolo che nascerà considererà la prima persona sulla quale poggerà lo sguardo come sua madre. E questa prima persona, contro ogni attesa, è Margaux. Se Cathy è pronta a lasciar interpretare a Margaux il ruolo di mamma chioccia, non è lo stesso per i genitori di quest’ultima, che sopraffatti dalla condizione di loro figlia (che soffre di un grave handicap motorio che la tiene bloccata su una sedia a rotelle), non la ritengono capace di occuparsi del cucciolo. Nel disperato tentativo di vivere finalmente in modo normale, Margaux fugge con Cathy, per amare il suo cagnolino lontano dagli adulti che glielo vorrebbero impedire. Les Oiseaux de Passage, sia nella forma che nel contenuto, è un film per bambini realista, cosa piuttosto rara. Nessun effetto speciale o di magia qui, ma piuttosto dei bambini che si creano la propria avventura, e dei genitori che scoprono che ci sono diversi modi per essere genitori. Un film familiare sul desiderio di normalità, il bisogno di autonomia, la famiglia, l’amicizia e la responsabilità.  La maggior parte dei film e dei giochi per il pubblico giovane portano i bambini in mondi virtuali che non esistono. Il regista ha voluto offrire una storia vera, semplice, naturalistica, con temi e fatti che potrebbero essere vissuti dagli stessi bambini. Cercando di proteggere i figli per ciò che noi crediamo sia ‘il loro bene’, li induciamo a credere al messaggio ricorrente secondo il quale la vita è pericolosa, anche se in alcune situazioni forse è giusto farlo. Li induciamo anche a credere che l’avventura non fa parte della vita, perché l’avventura è, in sostanza, piena di imprevisti. Eppure è, senza alcun dubbio, l’imprevisto che dà sale alla vita. E così, in qualche modo, volendo proteggere le vite dei nostri figli, rischiamo di impedire loro di vivere…

Dichiarazioni del regista: “La mia figlia più piccola condivide gli anni della sua istruzione con una bambina affetta da miopatia. E quando le domandiamo chi sia la sua migliore amica, risponde invariabilmente: ‘Margaux’. Questa bambina, quando era più piccola, poteva unirsi ai giochi dei suoi compagni di scuola. Nel corso degli anni, si è ritrovata sempre più isolata nelle sue relazioni con gli altri bambini a causa della disabilità dovuta alla sua malattia. Ciononostante, trasuda un così grande entusiasmo per la vita e un tale amore per il poco tempo che le resta, che il suo comportamento ci porta a interrogarci sul nostro rapporto con la vita e con il mondo che ci circonda. Margaux sa che il suo tempo sulla Terra non è lo stesso tempo dei suoi amici, e questo tempo lo vive senza sciupare il presente. Con il passare degli anni, la comunicazione verbale con Margaux è diventata praticamente impossibile, ma i suoi amici hanno sviluppato con lei una straordinaria complicità non verbale. Partendo dall’osservazione di Margaux e dalla comprensione della sua malattia, non ho voluto assolutamente sviluppare una storia patetica: voglio invece che questa storia sia un’avventura positiva che trasmetta, ai bambini e ai genitori, l’idea che è meglio vivere la vita senza porsi troppe domande sui rischi inerenti al semplice fatto di vivere.”L’introduzione del piccolo anatroccolo nella vita di Margaux, facendole assumere suo malgrado il ruolo di madre, è l’impulso che le permetterà di vivere un’avventura nel corso della quale lei investirà tutte le sue energie per la sopravvivenza e l’indipendenza dell’anatroccolo. Insieme alla sua migliore amica, supererà i limiti che le sono stati imposti, continuando così a vivere più a lungo possibile con l’amica di una vita. Mi sembra inoltre importante il fatto che questa storia sia raccontata dal punto di vista di Cathy, la migliore amica di Margaux, di modo che il messaggio inviato da Margaux venga ricevuto dal personaggio principale, con cui i giovani spettatori possono identificarsi. Proprio come possono identificarsi con il rapporto che Cathy intrattiene con Margaux. Le due amiche sono state vicine l’una all’altra da quando erano molto piccole, e, sebbene la comunicazione che hanno sviluppato tra loro sia ‘diversa’, Cathy non si sofferma sulla disabilità della sua migliore amica. A lei questo rapporto sembra del tutto normale. Vivendo questa avventura con la sua amica e diventando consapevole della sua responsabilità verso l’anatroccolo, Cathy maturerà e crescerà, cambierà il suo modo di vedere le cose, lei, che è a una svolta della sua vita, non è più una bambina, e non è ancora un’adolescente. Come Margaux, Cathy imparerà a gustare il presente. “La storia di Cathy e Margaux dovrebbe interpellare direttamente i giovani spettatori, perché li mette di fronte una domanda che tutti i bambini inconsciamente si portano dentro: riuscirò a essere indipendente e autosufficiente come un adulto? Ciò che dovrebbe affascinarli di Margaux e Cathy, è il fatto che le due bambine agiscono prendendo la decisione di partire e di vivere la loro avventura fino alla fine, affinché il loro ‘figlioletto’ voli con le proprie ali, in senso letterale e figurato. Dentro di sé, tutti i bambini sanno che questo è ciò che avverrà un giorno, quando saranno cresciuti. Vedendo Margaux raggiungere i suoi obiettivi nonostante la sua disabilità, vedendo Cathy rivelarsi in grado di soddisfare tutti i bisogni fondamentali durante questa avventura, i bambini si sentiranno rassicurati. Perché se Cathy e Margaux ci riescono, dovrebbero riuscirci anche loro. E diventare adulti diventa un viaggio che sembra alla loro portata, nonostante le difficoltà e i rischi. “I nostri figli sono inondati da film d’animazione o in computer grafica, come se non riuscissimo a raccontare loro storie calate nella realtà, e come se avessimo qualcosa da nascondere. Con BIRDS OF PASSAGE, voglio portarli in una storia vera e immergerli in un’avventura radicata all’interno di una realtà e di riferimenti culturali nei quali possono riconoscersi”.

A. C.


 

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