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La relazione che cura è al centro dell’incontro di oggi, 3 Aprile, con l’assistente sociale Francesca Gremigni. Una relazione che comincia dalla comunicazione che viene imbastita con le famiglie e che pervade tutti gli aspetti della presa in carico sociale: dall’accertarsi che esse abbiano compreso la portata dei decreti ministeriali alle comunicazioni riguardanti la gestione della vita quotidiana.

La decisione di prestare attenzione, nonostante tutte le complessità determinate dalla situazione attuale, alla vita delle persone, accompagnandole attraverso rituali che esprimano relazione e prossimità emotiva, segna l’inizio, in parte, di un nuovo modo di gestire il sostegno sociale, più profondo e più individualizzato. Le comunicazioni e i dialoghi hanno risvolti personali e connotazioni strettamente legate alla storia che contraddistingue quel nucleo familiare e nessun altro. L’emergenza sanitaria e sociale impone di individuare soluzioni creative che producano buone prassi di presa in carico e che permettano alle famiglie di comprendere che nessuno viene dimenticato, che il virus paralizza alcune delle abitudini consolidate ma non il calore emotivo con il quale essere erano state concepite e strutturate. E’ il desiderio di sentirsi vicini alle persone che necessitano del nostro supporto a dare una caratterizzazione agli interventi sociali in epoca di Covid-19: come prima del virus, non tutto sarà possibile e fattibile, ma il saper trasmettere che ci preme fare tutto quello che è in nostro potere perché nessuno si senta abbandonato alla propria angoscia può fare la differenza.

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