VOLUMI

 – Belotti V. e Moretti E. (2011), L’Italia Minore. Mappe di indicatori sulla condizione e le diseguaglienze nel benessere dei bambini e dei ragazzi, Collana Questioni e Documenti n.51, Istituto degli Innocenti, Firenze

L' Italia minore

Il volume si compone di quattro capitoli. Il primo offre l’analisi di alcune esperienze internazionali e presenta la proposta di una nuova mappa di organizzazione dei dati; il secondo propone un’analisi dei principali mutamenti che hanno interessato le condizioni sociali dei bambini e dei ragazzi nell’ultimo decennio; il terzo cerca di posizionare queste condizioni all’interno di uno sguardo europeo per far emergere alcune peculiarità nazionali e il quarto, infine, propone un quadro comparativo sulla disuguaglianza nelle opportunità di benessere dei bambini e degli adolescenti italiani nelle diverse regioni del nostro Paese.

http://issuu.com/istitutodeglinnocenti/docs/quaderno_51

 – Cortoni  I. (2011), Save the media. L’informazione sui minori come luogo comune, Angeli, Milano

Il testo trae ispirazione da una ricerca che si inserisce nel dibattito pubblico e scientifico sulla relazione dei giovani con il sistema digitale realizzata dall’Osservatorio Mediamonitor Minori dell’Università “La Sapienza” di Roma. Attraverso l’analisi del contenuto di alcune testate giornalistiche nazionali, il libro tenta di ricostruire un filone interpretativo di generazione mediata sulla base del presupposto che ogni ragionamento intorno ai media non può essere sganciato dal contesto socioculturale entro cui è costruito e agito. Le tecnologie si configurano quale specchio-amplificatore di forme o aspetti della socializzazione già incardinati nel background culturale dei giovani, tanto che ogni manifestazione di disagio o devianza mediata non può essere ricondotta esclusivamente a forme di responsabilità tecnologica.

 – D’Amato M. (2014), Ci siamo persi i bambini. Perché l’infanzia scompare, Laterza, Bari-Roma

ci siamo persi i bambini

Oggi i bambini fanno le stesse cose degli adulti, si vestono come loro, guardano la tv, giocano con i videogiochi, navigano su internet, praticano gli stessi sport, parlano con un uguale numero di vocaboli, usano gli stessi gesti, hanno pochi giocattoli, ma moltissimi gadget. Sono i bambini dei nostri giorni, i bambini adulti, figli di adulti bambini. Più imparano, più rapidamente crescono, meno responsabilità hanno coloro che se ne dovrebbero prendere cura. Divorati dall’ansia, i genitori preferiscono delegare alla scuola, ai vecchi e nuovi media, alle tecnologie, all’associazionismo, il compito di accudire, crescere ed educare alla vita adulta. Perché esistono i bambini, ma è scomparsa l’infanzia? Come sono e come dovrebbero essere gli adulti che hanno il compito di farli diventare grandi? Sono questi alcuni degli interrogativi affrontati nel libro.

 – Satta C. (2012),  Bambini e adulti: la nuova sociologia dell’infanzia, Carocci, Roma

la nuova sociologia dell'infanzia

Che cos’è la sociologia dell’infanzia? Che cosa dice di nuovo e di diverso sui bambini? Si può considerarli come attori sociali a tutti gli effetti, capaci di dar vita a una loro cultura e di incidere sulla realtà che li circonda? E come valorizzare questa cultura? Sulla scia dell’approccio dei new social studies of childhood, il libro propone al pubblico italiano un’inedita riflessione critica circa lo sguardo adulto sui bambini e ci guida attraverso le rappresentazioni più comuni che accompagnano l’agire di genitori, educatori e “professionisti dell’infanzia”.

 – Giuliodoro S. e Pizzichini M.A. (a cura di) (2010), Rischio tutto! Il piacere del rischio in adolescenza, Alpes, Roma

L’adolescenza è l’età dei grandi slanci: affettivi, ideativi, estetici, che si alternano a momenti di chiusura, isolamento, delusione, tristezza, rabbia e sconforto. L’acquisizione del pensiero formale, delle capacità di ragionamento astratto e riflessivo, della logica ipotetico-deduttiva, stimola l’adolescente a porsi quesiti prima ignorati: “Chi sono io?”, “Come mi vedo e come mi vedono gli altri?”, “Qual è il mio posto nella società?”, “Qual è il senso della mia vita?”. Sperimentazione e rischio sono elementi che connotano questa età di passaggio, rendendola ricca di significati e disorientando gli adolescenti stessi e spesso anche gli adulti. Gli autori, partendo dalla lettura di tale realtà, invitano alla riflessione su l’oggetto più ostico per il modo degli adulti: il piacere del rischio!

 

ARTICOLI IN RIVISTA

– Pierucci P. e Pizzichini M.A., (2012), Peerness: adolescenti come risorsa, in: Collana Percorsi Sociosanitari, Editore D.u.press, Bologna, pp.101-130

La sfida educativa sempre più articolata e difficile che gli operatori socio-sanitari sono chiamati ad affrontare in stretta collaborazione con insegnanti, genitori e comunità locale, porta a ricercare nuovi strumenti e nuove strategie operative, ma si accompagna anche alla necessità di ripensare il ruolo dell’adulto e di renderlo flessibile alle numerose istanze che i giovani e il mutare sociale propongono. Si parla spesso di metodologie, come la peer education, che mettono al centro i giovani e li rendono protagonisti nelle loro scelte di vita e di lavoro, ma a volte la partecipazione che è loro veramente concessa è solo di facciata mascherando forme di manipolazione o di addestramento. E’ necessario che l’operatore adulto comprenda che il cambiamento che si vorrebbe operato dai giovani  deve  essere attuato anche  nei confronti di se stessi e del proprio ruolo educativo.  A questo proposito si analizzano in breve genesi, articolazione ed esiti di un percorso formativo di un gruppo di operatori sul tema della peer education.

 – Pierucci P. e Serio M. (2012), Dire, fare prevaricare, in: Collana Percorsi Sociosanitari, Editore D.u.press, Bologna, pp. 11-45

 Il fenomeno della prevaricazione è sempre più spesso all’ordine del giorno e coinvolge il privato come il pubblico, il singolo individuo come le istituzioni. La scuola è tra i contesti dove il dibattito sul tema è divenuto fonte di numerose analisi, le cui categorie interpretative più ricorrenti sono state quelle di “bullo e vittima”. In seguito sono venuti emergendo altri aspetti di interpretazione tra cui la relazione di potere. Ogni relazione si basa su un processo comunicativo ed è a partire da questo livello che si può aprire uno spazio riflessivo sul fenomeno della prevaricazione. Capire come nascono le azioni offensive può consentire di esaminare i molti progetti di prevenzione attivati nelle scuole e comprendere meglio cosa effettivamente funziona ed è utile, al di là delle etichette e delle categorie.

 

INDAGINI E RICERCHE

– Cederna G. (2014), Gli orizzonti del possibile. L’Atlante dell’infanzia a rischio, Save the children Italia onlus, Roma

La nuova edizione dell’Atlante mette sotto osservazione lo spazio di vita (e del possibile) dei bambini e dei ragazzi nelle sue diverse accezioni: come orizzonte fisico (città, strade, quartieri, stanze, soglie) che accoglie il bambino alla nascita e ne condiziona inevitabilmente i primi e successivi passi nel mondo; come ventaglio di opportunità educative capaci di favorirne lo sviluppo del potenziale fisico e cognitivo e infine come rete di conoscenze ed esperienze innovative nei campi più diversi – dalla pedagogia, alla psicologia, alle scienze sociali, all’urbanistica – che può aiutare a rimettere l’infanzia al centro della vita del Paese. Con una convinzione: ripensare e ricostruire gli spazi di un territorio dal punto di vista dei bambini, significa costruire meglio, e con una prospettiva, la vita e lo spazio di tutti.

http://atlante.savethechildren.it/

 – Cederna G. (2013), L’Italia sottosopra. I bambini e la crisi. L’Atlante dell’infanzia a rischio, Save the children Italia onlus, Roma

Viene offerta un’accurata analisi di come la crisi si stia chiudendo a tenaglia sui diritti dei minori: da una parte il disagio di famiglie impoverite, spesso costrette a ridurre i consumi per arrivare a fine mese, soprattutto quando a casa ci sono dei bambini, dall’altra il momento di grave difficoltà che attraversa il  nostro paese, tra conti pubblici in disordine, crisi del welfare, tagli dei fondi all’infanzia e progetti che chiudono. In mezzo ci sono loro: i bambini e gli adolescenti. Oltre un milione di minori in povertà assoluta, in contesti segnati da disagio abitativo, disoccupazione giovanile alle stelle, alti livelli di dispersione scolastica, lavoro minorile e crescenti diseguaglianze. Oltre a mostrare gli effetti della crisi sui minori, il nuovo Atlante di Save the Children cerca di esplorarne le cause con l’aiuto delle mappe e della letteratura scientifica.

www.atlante.savethechildren.it/pdf/Atlante_infanzia_2013.pdf

BUONE PRASSI:

– Mulato R. e Riegger S. (2013), Scarpe blu: come educare i bambini a muoversi in città in sicurezza e autonomia, Ed. la Meridiana, Molfetta

scarpe blu

Il libro è frutto di varie ricerche ed esperienze sui temi della qualità della vita urbana, della salute, del rapporto tra bambini e città. Il ben-essere del bambino, negli spazi della scuola e nella città, è al centro delle azioni proposte dagli autori, dove ogni soggetto coinvolto diventa attore protagonista.

Il senso è promuovere la riappropriazione dei luoghi pubblici in termini di vivibilità urbana, di accessibilità, funzione ed uso degli spazi nonché del rapporto tra bambini e città. A tale scopo il volume mette a disposizione una serie di strumenti operativi che si possono utilizzare sia a scuola che in altri contesti: dalla narrazione di una favola, che si trasforma in una storia vera, alle schede didattiche per esplorare il territorio e imparare a muoversi in autonomia, a giochi che si possono sperimentare nel cortile di casa, a scuola e per strada.