– Bosi A., Manghi S., Lo sguardo della vittima. Nuove sfide alla civiltà delle relazioni, Angeli, Milano, 2009

lo sguardo della vittima

Questo libro affronta un argomento che, nell’interpretazione dei curatori, costituì il senso dell’impegno culturale, civile e umano di Carmine Ventimiglia. La sua opera – testimoniata da libri, articoli e interventi a convegni di studio, dal lavoro con gli studenti presso l’Università di Parma, dalla generosa dedizione con cui s’impegnò più d’ogni altro in Italia per dar vita alla Sociologia della sessualità proponendola a un ambiente accademico più spesso refrattario e trovando invece appoggi entusiastici presso associazioni culturali, movimenti d’opinione e Istituzioni Sanitarie – si presta a diverse letture proprio in ragione del fatto che il suo autore si avventurò in lidi prima inesplorati e gli toccò, strada facendo, di confrontarsi con argomenti e metodi di lavoro consolidati in discipline diverse da quella cui lavorò e con ambienti culturali e politici spesso divisi, sulla materia, da dispute incandescenti. Nel mondo accademico e negli ambienti impegnati ad affermare i diritti e la cultura femminile, il nome di Carmine Ventimiglia è piuttosto legato al tema della violenza contro le donne che affrontò con determinazione dal 1987 imponendo tra l’altro all’attenzione degli studiosi e dei lettori un concetto che solo ora, e a fatica, sembra imporsi all’opinione pubblica, la prevalente responsabilità, negli atti di violenza sulle donne, di mariti, parenti, amici, insospettabili vicini di casa, rispetto a efferati criminali o a stranieri.

– Chiarelli A., La polizia e la tutela dei minori. Guida teorico-pratica per gli operatori, Junior, 2015

la polizia e la tutela dei minori

Investigare sui reati commessi contro i minori è un compito dii   cile; le normative sono complesse e i risvolti umani particolarmente delicati. Questo è un manuale teorico-pratico che esamina la legislazione penale del settore e ne discute gli aspet-ti operativi, quelli con cui chi lavora in Polizia è chiamato a confrontarsi quotidia-namente. Il taglio pratico e il linguaggio rendono il testo un supporto ideale per tutti colo-ro che mirano ad approfondire la conoscenza dell’intervento giudiziario in caso di abuso e maltrattamento di minori. Se gli operatori di Polizia potranno trovare una sorta di vademecum per la loro attività quotidiana di contrasto ai crimini contro i minori, gli addetti delle professioni di aiuto, psicologi e assistenti sociali, reperiran-no in questo testo conoscenze e ril  essioni che integrano e completano quel sapere “olistico” che dovrebbe essere  patrimonio condiviso di ogni operatore della rete, nella prospettiva di formare professionisti capaci di assumere uno sguardo il più possibile completo, quello che solo può garantire la tutela del “superiore interesse del minore”.

– Foddai M.A., La scelta della mediazione, Giuffré, Milano, 2009

la scelta della mediazione

– Scivoletto C., Mediazione penale minorile. Rappresentazioni e pratiche, Angeli, Milano, 2009

mediazione penale minorile

Nel campo della giustizia penale, la mediazione mette in particolare rilievo la relazione tra autore e vittima del reato e la gestione del conflitto che le oppone. Il tema offre quindi diversi spunti al dibattito sui temi della cultura giuridica e dell’interazione tra professioni, interessando le politiche sociali e giudiziarie e l’intervento dei servizi sociali. Quando, come accade nel caso italiano, la mediazione penale si insinua nella giustizia minorile, le logiche della restorative justice, orientate alla riparazione ed alla riconciliazione, si intrecciano e confondono con la finalizzazione educativa tipica dell’approccio trattamentale al minore autore di reato. Il volume intende perciò offrire un’occasione di riflessione sui percorsi che la mediazione penale va assumendo, non senza difficoltà, nel panorama della giustizia minorile italiana, ove è praticata sin dagli anni ’90. I contributi raccolti nel testo si riferiscono ai risultati di una ricerca condotta, con approccio socio-giuridico, su due casi studio, selezionati sul territorio nazionale. Un elemento di particolare interesse dell’opera consiste nel riportare la voce delle ‘parti mediate’: autori e vittime con esperienza di mediazione penale.

– Scivoletto C., Sistema penale e minori, Carocci, Roma, 2012

sistema penale e minori

Chi è il minore? Quali sono le ragioni e i significati che hanno determinato l’instaurarsi di una tutela differenziata, esclusivamente diretta a lui? Quali le basi teoriche e normative necessarie per accostarsi al tema della giustizia penale minorile? A queste e ad altre domande risponde questo agile volume, specificamente pensato per venire incontro alle esigenze della didattica nei corsi di laurea.

– Vezzadini S., La vittima di reato tra negazione e riconoscimento, Clueb, Bologna, 2006

vittima di reato

La vittima di reato è stata a lungo trascurata dagli studi criminologici. Figura non di rado confinata entro un ruolo in cui atteggiamenti di negazione ed istanze di riconoscimento si contrappongono secondo modalità complesse, essa ha infine acquisito una nuova rilevanza a partire dalla nascita della vittimologia verso la metà del secolo scorso. In ambito legislativo essa però appare ancora marginale, poiché si continua a porre l’attenzione più sulla tutela dei diritti dell’imputato e sul reinserimento del condannato. Questo volume rappresenta un tentativo di andare oltre, dando rilevanza anche alle potenzialità della mediazione tra vittima e reo.

– Vezzadini S., Per una sociologia della vittima, Angeli, Milano, 2012

per una sociologia della vittima

Il legame fra sistema sociale e condizione di vulnerabilità-vittimalità è un nesso complesso da indagare riguardando, da un lato, le motivazioni e le cause all’origine dei processi di vittimizzazione e, dall’altro, le reazioni che il contesto sociale e le istituzioni pongono in essere nei confronti dell’offeso. Il testo presenta alcuni contributi sociologici particolarmente rilevanti per mettere a fuoco il tema. I molteplici rapporti intercorrenti tra società e processi di vittimizzazione impongono oggi un’approfondita riflessione in ambito sociologico, rendendo la nozione di vittima e le sue implicazioni sociali e relazionali oggetto precipuo di studio della disciplina, dal quale procedere verso l’elaborazione di interventi di sostegno mirati. Tuttavia, quello fra sistema sociale e condizione di vittimalità è certamente un nesso complesso da indagare concernendo differenti contesti e riguardando, da un lato, le cause strutturali e le motivazioni di ordine culturale all’origine della condizione di vulnerabilità, così come, dall’altro lato, le reazioni poste in essere dalla collettività e dalle istituzioni nei confronti di chi ha patito abusi, ingiustizie, violazioni. Occorre però riconoscere come, non di rado, gli interventi sociali vengano più spesso pensati con riferimento all’immagine di una vittima “ideale” piuttosto che “reale”; ciò potendo contribuire alla costruzione di ruoli sociali funzionali al mantenimento di determinati equilibri – oltre che di etichette dannose e pregiudizievoli – implicando il parziale disconoscimento delle effettive richieste e dei bisogni di coloro che versano in stato di patimento.  In questa prospettiva, il contributo della sociologia appare particolarmente rilevante, anche in ragione degli esiti complessi dei processi di globalizzazione e dei loro riflessi sulle dinamiche di vittimizzazione. Tale analisi rappresenta infatti un potente sfondo teorico ed epistemologico sul quale collocare in primis la nozione di dignità della persona, condizione imprescindibile dalla quale partire per costruire infine una giustizia sociale “globale” ma, soprattutto, realmente equa.

– Volpato C., Deumanizzazione. Come si legittima la violenza, Laterza, Roma, 2011

deumanizzazione

“Nella storia della nostra specie deumanizzare serve a pensare l’altro essere umano incompleto, animale, oggetto. Serve a compiere su di lui azioni inaccettabili in un contesto normale”. Chiara Volpato indaga gli atteggiamenti, i comportamenti e le pratiche sociali che, in maniera aperta e violenta, oppure sottile e subdola, escludono l’altro – l’oppositore, il nemico, il diverso – dalla specie umana.

Articoli:

– van Dijk J., Free the Victim. A Critique of the Western Conception of Victimhood, International Review of Victimology, 2009, vol. 16, pp. 1-33

– Vezzadini S., A proposito di ruoli scomodi: vittime minorenni e procedimento penale minorile, «MINORI GIUSTIZIA», 2013, 1/2013, pp. 139 – 144

– Vezzadini S., La storia di Valeria. Adolescenti al bivio fra interventi di mediazione culturale e controllo sociale, «MINORI GIUSTIZIA», 2010, 2/2010, pp. 265 – 270

– Vezzadini S., I bambini de L’Aquila ci guardano (ma non fanno “ohhhhh…!”), «MINORI GIUSTIZIA», 2009, 3, pp. 453 – 460