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E’ il rapporto tra giustizia e servizi rivolti ai minori al centro dell’incontro con il neuropsichiatra infantile Francesco Vitrano, un rapporto che tocca tre aspetti fondamentali: i diritti, la tutela e la cura. A volte esiste una vera e propria antinomia tra i bisogni ed i desideri, determinato una netta differenza tra il prendersi cura e l’immaginare percorsi di cura.

E’ necessario, oggi più che mai, riuscire a mettere da parte la valutazione per tentare di co-costruire gli interventi di cura, sociali, di tutela. Bisogna tenere conto anche del fatto che non sempre i tempi della giustizia sono sintonici con i tempi dei minori, di rado infatti i tempi del tribunale per i minorenni, i tempi delle sentenze, e i tempi dei servizi tengono conto del momento più opportuno per proporre una valutazione o un intervento piuttosto che un altro. A volte quella che si determina è anche una vera e propria antinomia tra operatore e progetto di rete. A volte la rete, per quanto importante, viene sopravvalutata nelle sue potenzialità. Essa deve essere pensata mantenendo la specificità dei vari operatori che, con il loro profilo specifico, restituirebbero la dovuta complessità alle valutazioni richieste dal TM. Un’altra considerazione essenziale è prendere atto del fatto che i servizi stanno rischiando l’implosione perché essi non bastano più. E’ un principio di sussidiarietà quello che deve essere coltivato, promuovendo i gruppi di auto aiuto, le associazioni di genitori, perché chiamare in causa la comunità può garantire interventi maggiormente mediati e più prossimali. E’ infine importante cessare di idealizzare il processo di guarigione che dovrebbero garantire i servizi. Dobbiamo renderci conto che molti interventi sono oggi pensati e realizzati al di fuori del contesto familiare. Questo è un tema di cui tenere conto, al netto della necessità imprescindibile della tutela, quando ipotizziamo un processo interamente riabilitativo in contesti spesso con nessuna o poche connessioni significative con l’ambiente in cui il minore ha vissuto fino a quel momento la sua vita.

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