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a.a. 2018/2019

Iscrizione entro il 26 Marzo!

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Di seguito la descrizione del corso: Le seconde generazioni: rappresentazioni e pratiche di vita quotidiane di gruppi di minori di origine straniera che terrà, nel Percorso ComuneGiuseppe Scandurra, Antropologo – Università degli Studi di Ferrara

Il rapporto “Minori stranieri non accompagnati: una valutazione partecipata dei bisogni”, realizzato dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza (Agia), Filomena Albano, e l’Alto commissariato delle Nazioni unite per i Rifugiati (Unhcr) restituisce una visione della situazione dei minori stranieri non accompagnati ospiti dei centri di accoglienza affatto rosea: i minori dichiarano di sentirsi soli in un Paese straniero, senza possibilità di avere accesso ad informazioni utili al loro inserimento sociale e senza adeguate opportunità di aggregazione, per non parlare della lunghezza dei tempi necessari per la nomina di un tutore che possa in parte accompagnarli nella realizzazione delle loro necessità.

Questo dato di realtà, unitamente a risultati quantitativi e qualitativi di ricerche sul campo, offrono l’opportunità, all’interno di questo modulo, di interrogarsi sulla realtà dei minori di origine straniera. Ciò che colpisce è che molti dei bisogni dichiarati dai minori stranieri non accompagnati, che si trovano a vivere un contesto “di emergenza”, sono gli stessi che vengono espressi dai minori stranieri di seconda generazione, per i quali in realtà sarebbe lecito presumere un maggior grado di integrazione e di lungimiranza nelle progettualità. Il problema è pertanto la difficoltà nell’individuare interventi sociali, pedagogici, amministrativi adeguati ai minori stranieri? No. Il problema è indirizzare la riflessione verso i bisogni che accomunano tutti i minori, coerentemente con la loro fascia d’età, indipendentemente dalla loro origine e provenienza. Questa prima presa di coscienza ed analisi giustificherebbero solo in un primo momento la contingenza e l’urgenza di alcuni interventi, per poi lasciare spazio ad una giusta rimodulazione degli stessi in base alle caratteristiche dei minori.

Ma in una società in cui, spesso purtroppo inconsciamente, vengono messi in discussione i bisogni primari di qualsiasi bambino ed adolescente, come avere degli amici, avere accesso a tutti i livelli di istruzione, frequentare attività di aggregazione pomeridiana, vedere riconosciute e valorizzate le proprie origini e la propria cultura, non stupisce come progetti, pure con una finalità ultima, quella di accogliere minori in difficoltà, positiva, si stiano rivelando sostanzialmente fallimentari.

Un’altra riflessione deve essere effettuata rispetto al carattere di urgenza/emergenza: gli interventi in emergenza hanno, e devono mantenere, il carattere della temporaneità, con l’assoluta attenzione alla non stabilizzazione. Perché gli interventi in emergenza mirano a mettere a disposizione risorse e possibilità che, per forza di cose, si focalizzano sul qui ed ora delle variabili di contesto. Ma un progetto di protezione e prevenzione sociale che si rispetti deve analizzare i bisogni e le aspettative profonde del target a cui si rivolge per potersi aspettare standard di risultato ed indicatori di benessere e soddisfazione proporzionali alle risorse messe in campo.

I minori stranieri in Italia, come in qualsiasi altro Paese, hanno diritto analogo a tutti gli altri minori di avere qualcuno che si occupi di loro e che li sostenga in tutte le fasi di un’esistenza che  già li ha messi a dura prova; hanno diritto ad una proposta progettuale comunitaria volta all’individuazione e al sostegno dei talenti di tutti e di ciascuno; hanno diritto di essere accompagnati a leggere i loro sogni, le loro speranze, le loro aspettative per investire adeguatamente su loro stessi.

È un modulo che, più che mai, rimanda ad una riflessione sull’attualità e impone di sviluppare un’autentica capacità di analisi del mondo che ci circonda per indagare le origini profonde di una sempre più necessaria competenza umana e sociale.

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