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Betti Monica –  Culture, persone, bambini e famiglie di fronte alla morte un’analisi antropologica

Relatrice: Prof.ssa Paola Bastianoni

Ricordo, scrive Monica,  perfettamente il momento in cui la consapevolezza dell’esistenza autentica, reale, concreta della morte entrò nella mia vita. Nel gennaio 2003 alla mia nonna materna venne diagnosticato un tumore al pancreas. Nonostante l’età avanzata morì davanti ai miei occhi nel luglio dello stesso anno. Sette mesi. Troppo pochi per potermi rendere conto che stava morendo davvero. Si pensa che le persone che si amano moltissimo non debbano morire mai. Alle infermiere del 118 che arrivarono a casa chiamate d’urgenza perché la nonna aveva smesso di respirare dissi: “Vi prego, salvatela”. E non mi resi conto che erano venute ad accertarne la morte. Nell’estate dell’anno successivo morì la madre della mia più cara amica, anche lei stroncata da una malattia in pochissimo tempo. Prima di allora la morte era qualcosa che avevo sempre ritenuto distante dalla mia vita. Come tutti i giovani ho vissuto, finché ci sono riuscita, nell’illusione dell’immortalità. Ma quella sequenza di lutti così dolorosi e così ravvicinati ha sancito nella mia vita un prima e un dopo. Perché, anche se non è così semplice ammetterlo e riconoscerlo, quando la certezza della morte è entrata nella mia vita ha sconvolto in parte la mia esistenza: da allora ho cominciato a sentire il valore del tempo che passava e ho anche compreso la rilevanza del fare scelte, sentendone, per la prima volta davvero, la responsabilità.

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