Amélie

 

 

 

 

 

 

Regia: Jean-Pierre Jeunet

Genere: Commedia

Tipologia: Autismo – Sindrome di Asperger

Interpreti: Audrey Tautou, Mathieu Kassovitz, Rufus, Jamel Debbouze

Origine: Francia

Anno: 2001

Trama: Amélie cresce in provincia, siamo in Francia. Suo padre è un medico fin troppo originale: visita ogni mese la figlia, che si agita ogni volta, e crede che sia malata di cuore. La madre, uscita dalla chiesa, viene schiacciata da una suicida. Più grande la ragazza va a Parigi. Fa la cameriera e incontra tanta gente. Il 31 agosto 1997 è il giorno decisivo della sua vita: vede in tv il servizio dulla morte di lady Diana, le cade di mano un tappo di bottiglia che finisce sotto una piastrella, dove Amélie trova una vecchia scatola di cianfrusaglie (figurine, la foto di un calciatore, un ciclista di ferro). Si mette in testa di rintracciare il proprietario, che a quel punto avrà una cinquantina d’anni. Lo trova, gli restituisce il “ricordo” e gli cambia la vita. Da quel momento decide di far felice il prossimo, ed ecco una galleria di personaggi secondo la tradizione del cinema francese…dell’arte: un pesce che cerca continuamente di suicidarsi, un impiegato dei treni in pensione che oblitera le foglie delle piante di sua moglie, un pittore che falsifica una volta l’anno un dipinto di Renoir, un cieco che Amélie accompagna, descrivendogli ciò che vede.

Recensione: Un film accattivante, nazionalpopolare, avvolgente. Ma anche intelligente, divertente, leggero, ben scritto, coinvolgente.  Amélie è un personaggio che sembra essere uscito da una favola, ingenua, pulita, desiderosa di aiutare il prossimo e capace di stupirsi davanti alle piccole cose. Il film è stato un “caso”. Negli USA ha battuto l’incasso de: La vita è bella. In Francia il chiasso è stato altissimo, con riferimenti al grande cinema del passato, da Carné a Malle ( Zazie nel metro), a Lelouch alla magica scrittura di Prévert.  Una bella storia, diversa e curiosa, che fa star bene.

A. C.