girotondo

“Girogirotondo casca il mondo, casca la terra, tutti giù per terra”

Cantano e giocano cosi, proponendo versioni diverse e tuttavia affini, bambini e bambine di diversi angoli del pianeta. Quella del girogirotondo è filastrocca e gioco dal carattere e dal significato universale e di risonanza emozionale transculturale: il movimento rotatorio e ordinato,il girare intorno dandosi  la mano e seguendo un percorso circoscritto e definito con i propri compagni,secondo un ritmo ben scandito; il cerchio che si spezza,la fragorosa esplosione finale, il ricominciamento, rimandano tutti ad un orizzonte simbolico ed interpretativo della realtà e dell’ umanità in grado di catalizzare paure universali e individuali e di  comunicare esperienze fondamentali sulla vita e sul mondo: il fare cooperativo, certo, ma anche l’accadibilità di un evento negativo e rovinoso che interrompe il giro, o routine, o vita, impegnando le persone a condividere la stessa sorte.
Succede che, una notte d’ agosto, la terra caschi davvero, che il momento caotico e disorientante  della caduta si concretizzi e si trasformi in momento reale di catastrofe, con tutta la sua portata distruttiva e paralizzante.
Non  un’ eco di un gioco, non un rimando ad angosce primordiali, non l’ebbrezza ludica catartica e sublimante: una terra non più ferma distrugge centinaia di vite e  spazza via l’identità di un paese.
Il terremoto che ha colpito il Centro Italia è una tragedia dalle dimensioni colossali, con effetti devastanti per chi l’ha vissuta e subita.
Scrive la prof.ssa Bastianoni, nel volume da lei curato “Uno sguardo al cielo.Elaborare il lutto ((Bastianoni P., Panizza P. (2013). Un sguardo al cielo. Elaborare il lutto. Carocci Editore, Roma.) : “La perdita  affettiva inattesa, violenta e a volte ingiustificabile perchè dovuta a… un evento calamitoso naturale […] determinano per le vittime una perdita plurima aggravata: delle persone significative, dei punti di riferimento ambientali, come avviene nei terremoti più intensi, di condizioni strutturali e strutturanti: lavoro, casa, progetti, denaro.Sono esperienze che avvengono in condizioni collettive e risentono dei tempi e delle modalità con cui avvengono i soccorsi; della comprensione e dell’accoglienza di chi aiuta; della rilevanza e dell’ impegno di solidarietà; di risanamento e di risarcimento con cui la società interviene; dell’oblio in cui si ricade dopo l’emergenza e delle continuità dell’intervento di risanamento e di ristrutturazione …Comprendere come avviene l’elaborazione del lutto in queste situazioni e come essa può essere facilitata da una comunità accogliente  e solidale e/o da professionisti chiamati a intervenire per le complicanze più significative deve necessariamente non trascurare il peso di queste variabili nell’elaborazione del lutto…Nel caso delle morti [… ] per catastrofi il riconoscimento autentico del dolore, che consente il compimento del lutto, trova il primo e più consistente ostacolo nell’accrescimento costante e sistematico della rabbia che, molto frequentemente, non riesce a sciogliersi nel tempo e si incista con effetti psicologici e fisici rilevanti”

Le vittime più vulnerabili  sono bambini e bambine. Gli effetti devastanti di una catastrofe evocano morte e distruzione, spavento e impotenza.Come aiutarli a gestire il trauma?

E’ di importanza fondamentale che gli adulti di riferimento garantiscano una  presenza costante e siano disponibili ad accompagnare e contenere emotivamente i più piccoli. Bambini e bambine, ragazzi e ragazze devono poter contare su figure di riferimento attente e disponibili ad affiancarli e a sostenerli, per rialzarsi, riprendersi per mano in maniera solidale, continuare a stare uno di fronte all’altro e concedersi nuovamente, all’interno di un tessuto sociale riassestato, la possibilità di rimettersi in gioco, avviando nuovi progetti di vita e di ricostruzione del proprio contesto, interno e ambientale.

L’ Associazione EMDR Italia ha diffuso, nei giorni immediatamente successivi all terremoto, un importante contributo che offre strumenti operativi concreti in cui vengono delineati dei percorsi di psicoeducazione per i bambini, gli adulti e anche per i soccorritori:  un bagaglio importante per l’attivazione per sè e per gli altri di resilienza in situazioni di emergenza, con particolare riferimento alle fasce della popolazione più vulnerabili.

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