elephant

Regia: Gus Van Sant

Genere: Drammatico

Tipologia: Mondo dei giovani

Interpreti: Eric Deulen, Alex Frost, Elias McConnell, Timothy Bottoms, Matt MAlloy, John Robinson, Jordan Taylor, Carrie Finklea, Nicole George, Brittany Mountain, Alicia Miles, Kristen Hicks, Bennie Dixon, Nathan Tyson, Ellis Williams

Origine: Usa

Anno: 2003

 

 Trama: Il cinema ha spesso rivisitato la cronaca accentuando magari i tratti piu’ spettacolari della realtà. Gus Van Sant compie un’operazione analoga ma di segno opposto. Dopo Michael Moore anche Van Sant riflette sulla strage compiuta da due studenti nei confronti di compagni e professori nel liceo di Columbine negli Usa. Lo fa con un film di breve durata in cui si affida a una macchina da presa che pedina alcuni dei protagonisti che diverranno vittime o assassini quasi fosse una candid camera. Ne esce un quadro di desolante vuoto esistenziale, un tunnel che non ha una luce sul fondo. Non c’è più’ neppure la tragedia. La morte per strage si tinge di banale quotidianità.

Recensione: Si tratta dell’elefante dell’antico paradosso buddista: “Un cieco potrebbe mai descrivere un elefante?”. Infatti Gus Van Sant col suo nuovo film ci pone di fronte al paradosso del raccontare. Dobbiamo dimenticarci la retorica hollywoodiana che prima dei titoli di coda di un film punisce i cattivi e premia i buoni, spiegandoci con tanto di didascalie la psicologia che sottende ogni comportamento. Qui il regista non spiega, ma illustra i fatti come sono accaduti, o come avrebbero potuto accadere in una quotidianità il cui senso sfugge persino a chi la vive.Gus Van Sant ci mostra la grande fotografia che ha scattato presso una highschool americana, in un mattino qualsiasi, pochi minuti prima che passasse alla storia ospitando la sua sanguinosa strage. E’ una foto che viene ingrandita nei dettagli, costituiti dalle vite quotidiane di studenti che si muovono ognuno secondo la propria traiettoria, immersi nel vuoto del proprio habitat naturale. I ragazzi vengono colti di spalle dalla macchina, non hanno modo di mettersi in posa come fanno per il compagno che scatta loro delle foto per una ricerca. Gus Van Sant sceglie reali studenti di highschool, attori non professionisti, e lascia loro un certo margine di improvvisazione, non vuole metterli in posa e non vuole fotografare delle vittime, lo prova durante la strage stessa, scegliendo di non mostrarci i cadaveri dei personaggi che ha seguito.