Davide non è contento di andare sulle Dolomiti con la madre. A suo dire, “Il pericolo …, in montagna, può arrivare dal basso (vipere), dall’alto (aquile) e da tutto intorno (lupi, orsi e affini). Al mare è più facile […], non ci sono aquile, orsi, lupi e vipere.” Ha sette anni e i genitori sono separati ed ora sua madre vuole andare con lui in montagna: lo aspettano cinque giorni di trekking musicale ma, soprattutto, cinque intense giornate assieme a lei.  È un’impresa non da poco, per Davide, salire in funivia: “patisco il pullman, la nave, l’ascensore, il canotto […] e tutto quello che si muove e sussulta” ma, seppur arrabbiato, ha deciso che in questi giorni asseconderà le richieste della madre, a volte un po’ strampalate e imbarazzanti. Si troveranno, quindi, ad affrontare sfide apparentemente impossibili e a superarle con successo, sostenendosi reciprocamente: mentre all’arrivo al trekking erano ultimi al concerto finale si presenteranno per primi, noncuranti del rischio di potersi perdere nel bosco. In questo magnifico e mutevole ambiente montano, così diverso dalla quotidianità cittadina, a Davide, attento osservatore, non sfuggono le reazioni emotive della madre: “la musica e la montagna le fanno bene. La ruga che ha sempre sulla fronte non c’era più.” Davide è figlio di una coppia separata e sembra affrontare serenamente l’attuale realtà familiare -il padre ha una compagna da cui ha avuto una figlia, la madre ha relazioni affettive di breve durata. Oltre ad affermare la propria appartenenza affettiva: “io sono della famiglia di mamma e papà” (nonostante l’amore che prova per i nonni materni) Davide sta imparando a conoscere i propri genitori, servendosi anche delle caratteristiche essenziali degli ambienti naturali che sta scoprendo: il carattere inquieto e misterioso della montagna si addice alla mamma mentre la prevedibilità e l’affidabilità del mare caratterizzano il papà. “La montagna è infatti come la mamma, che cambia d’umore molto velocemente, mentre il mare è come papà che, com’è al mattino, rimane per tutto il giorno e a volte anche per una settimana di seguito”.  Non solo la natura, per descrivere mamma e papà: a scuola sta imparando il corsivo, bello ma arzigogolato e complesso come la mamma, il papà è lo stampatello, solido e pieno di certezze e rassicurazioni.  Non c’è altro da dire, Davide sta magistralmente imparando a mettere in relazione l’uomo, la natura e i simboli con l’elasticità mentale e la capacità immaginifica tipiche della sua tenera età, lasciandoci stupiti di fronte all’abilità della sua ricerca linguistica. Ci sono “parole che brillano come un pezzo di vetro in mezzo ai sassi. Sono parole che non puoi proprio resistergli quando le incontri e ti entrano subito in testa.”

Ilaria Bignotti, psicologa

D. Longo, “Montagna si scrive stampatello”, ed. Salani, Milano, 2023.

Per la foto si ringrazia; Passo dopo passo – Monica Panichi

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