Ogni anno mi piace consigliare una lettura estiva. Amo leggere da sempre, non ho un genere prediletto, quando non apro i libri per studio o per lavoro lo faccio per svago e per il piacere di abbandonarmi al suono delle storie e delle parole, perciò amo qualsiasi libro sia in grado di restituirmi una sensazione di pienezza di felicità. In particolare, rispetto a questo spazio dedicato ai consigli di lettura per l’estate, solitamente mi piace indicare romanzi che, al di là della trama evidente, possano suggerire anche qualche riflessione più profonda, un significato più segreto e, proprio per questo, maggiormente apprezzabile. È quello che farò anche quest’anno consigliandovi la lettura di “Le sette sorelle” di Lucinda Riley. Si tratta del primo di una saga di sette romanzi, anche se è possibile leggere anche solo il primo che contiene in sé una storia compiuta. La storia comincia con la morte di un padre adottivo che lascia, a ciascuna delle sei donne, un tempo bambine, che ha adottato, alcuni indizi per scoprire, se lo desiderano, le loro origini. La prima delle sorelle ad andare incontro al suo passato è Maia, che affronterà un lungo viaggio alla ricerca della sua storia. La trama è apparentemente semplice. Il padre lascia alle figlie, nessuna delle quali è sorella di sangue, ma tutte hanno imparato a costruire un forte legame tra loro e nei confronti della figura paterna, una lettera personale, nella quale sono contenuti degli indizi da analizzare per decidere se intraprendere il viaggio, reale e metaforico, che le aspetta per riappropriarsi delle loro radici. In realtà, la storia diviene una sorta di testo-pretesto per riflettere su temi importanti quali il legame d’amore che lega i genitori ai figli adottivi, la volontà di aiutarli a costruire la loro storia di felicità nonostante tutto. Questo è un libro che parla di cose difficili da dire, di temi scottanti, come la morte, l’abbandono, la sofferenza, la capacità e l’incapacità di stare da soli con sé stessi, di affrontare il dolore, di ricercare la verità. Temi rispetto ai quali, più spesso di quanto si sia disposti ad ammettere, si mal cela un pesante quanto inconfessabile giudizio. Le sette sorelle è un romanzo che aiuta a comprendere come esista sempre una diversa prospettiva attraverso la quale poter guardare le cose che, normalmente, vengono guardate, valutate e giudicate in maniera unidirezionale. È una storia di dolore e di rinascita, che ci ricorda l’importanza di attraversare la sofferenza, entrando anche in contatto con le parti più frantumate della nostra anima, per poi poter ricominciare guardando ad un futuro possibile. Ci sono storie e vissuti davvero difficili da raccontare, i quali però condizionano la nostra vita e ne continuano a direzionare le scelte, anche inconsapevolmente, finché non vengono a galla e non si decide di affrontarli per fare in modo che la nostra storia possa essere diversa da quella che appare predestinata davanti a noi. Perché possiamo essere liberi, fino all’ultimo giorno della nostra vita. A tutti coloro che vorranno affidarsi al mio consiglio auguro buon viaggio e buona lettura!

Monica Betti, docente del Master

 (Foto di Giulia V.)

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